A CURA DI BICE BOCHICCHIO.
Ho l’enorme piacere di rendere pubblico un fatto che mi ha particolarmente colpito. Tutti voi sapete che mio figlio, Gabriele Paolini, dal 29 novembre 2013, e’ agli arresti domiciliari. Sono moltissimi i processi, nei quali Gabriele e’ imputato contro la Rai e la Mediaset. Ieri, mercoledi’ 27 maggio 2015, alle ore 11.30, presso l’Aula 25 del Tribunale Penale di Roma, a Piazzale Clodio, e’ stato chiamato l’ennesimo processo dove mio figlio deve difendersi dai reati di “Interruzione del Pubblico Servizio” e di “Molestia”, per aver “inquinato” alcune dirette televisive Rai e Mediaset, degli anni passati. In molte occasioni Gabriele e’ stato autorizzato dalla Procura di Roma a recarsi con i mezzi propri, presso il Tribunale. Nel caso specifico di ieri, 27 maggio, mio figlio e’ stato “tradotto” in Tribunale da due agenti della Polizia Penitenziaria, che si sono dimostrati estremamente professionali ed umani. Gabriele e’ stato “tradotto” dai due agenti alle ore 11.10. Alle ore 11.33 e’ giunto in Tribunale; alle ore 12.15, circa, e’ stato chiamato il processo, nel quale Gabriele e’ imputato e difeso dai suoi Avvocati Lorenzo La Marca e Massimiliano Kornmuller ed alle ore 13.06 mio figlio e’ stato ricondotto a casa. Ebbene, visto che spesso sui giornali ed in televisione si parla con estrema “durezza” degli Agenti della Polizia Penitenziaria, mi sembra doveroso raccontarvi che mio figlio e’ rimasto profondamente colpito, dalla professionalita’ ed umanita’ riscontrata dai due agenti che lo hanno “tradotto” in Tribunale. Purtroppo, durante l’evolversi del processo, in merito al triste e doloroso caso “Cucchi”, si e’ parlato, in maniera del tutto negativa di tutta la categoria degli Agenti della Polizia Penitenziaria. Trovo tutto questo davvero sbagliato!!!. Se c’e’ qualche singola caso di Agente che puo’ aver lavorato non in maniera professionale, questo non deve significare che tutti gli altri 46.411 Agenti della Polizia Penitenziaria debbano pagarne le conseguenze!!!.